Parla Matteo Rinaldi della Fiarc di Foggia: “L’impegno di tanti colleghi che si impegnano per la categoria e l’assurda resistenza dei pochi che difendono soltanto le loro poltrone nella Fondazione”
“Quella differenza decisiva fra chi lavora per gli agenti di commercio e chi ha fatto dell’Enasarco una professione”
“Ma l’Enasarco è una professione?”. Se lo chiede Matteo Rinaldi, agente di commercio e “colonna portante” della Fiarc di Foggia e Vicepresidente Nazionale, “La domanda – spiega – è meno strana di quello che si può pensare e mi è venuta pensando ai componenti del Cda della Fondazione che in questi mesi hanno fatto di tutto affinché le elezioni non si tenessero”.
Ma ora si vota, finalmente.
“Sì, ce l’abbiamo fatta, ma l’amaro in bocca rimane perché si è perso tempo prezioso, tanto più in una situazione come quella dell’emergenza Covid. E allora, appunto, mi è venuto spontaneo paragonare chi, come me, si impegna volontariamente e gratuitamente a favore della categoria a questi che hanno fatto di tutto per prolungare la loro permanenza all’Enasarco”.
Ci racconta la sua attività?
“È molto semplice: una volta alla settimana sono alla Confesercenti di Foggia per dare assistenza e consulenza ai colleghi; organizzo la vita sindacale a livello locale; partecipo alle riunioni nazionali della nostra federazione. Ma il sostentamento per me e la mia famiglia lo ricavo dal mio lavoro di agente: il resto è volontariato, perché ritengo che se migliorano le condizioni generali della categoria migliorano anche la mia e quella di ciascuno dei miei colleghi. E come me si comportano tanti iscritti e tanti dirigenti Fiarc in tutta Italia”
All’Enasarco, invece…
“All’Enasarco invece, si ha l’impressione che le logiche siano diverse, diciamo. Sia chiaro: il ruolo di consigliere di amministrazione comporta impegno e responsabilità e sarebbe assurdo non prevedere il giusto riconoscimento. La differenza, però, sta nell’impegno e nelle finalità del proprio agire: per me che lo faccio gratuitamente il punto di riferimento è l’interesse degli agenti; a maggior ragione dovrebbe esserlo per chi viene retribuito. Ma la condizione in cui si trova l’Enasarco dopo anni e anni di malgoverno da parte di questi signori dimostra che hanno agito per ben altro rispetto all’interesse degli agenti.
Eppure, difendono il loro operato in modo granitico.
“Lei trova? Criticano noi, ma sembra che parlino di sé stessi. Categoria lasciata sola dalla Fiarc, dicono. Ma non sono loro ad aver votato la mancetta dei mille euro per qualche migliaio di agenti in una situazione drammatica come quella causata dal Covid? Ci accusano di voler scalare la Fondazione. Ma chi è imbullonato alle poltrone da decenni con i bei risultati che vediamo? Dicono di volere un ‘ente meno burocratico e più trasparente’. Ma chi lo ha governato sinora che cosa ha fatto per renderlo tale? Potrei continuare, ma lasciamo stare. Solo una cosa è inaccettabile”.
Cioè?
“Quando ci si accusa di diffondere “parole di odio”. Per favore, evitiamo di usare espressioni che ci fanno tornare indietro a periodi della storia del nostro Paese che non vorremmo rivivere. L’odio non è una categoria della politica. La polemica sì, anche aspra, ma si eviti di trascendere”.
Tanto, lo ripetiamo, fra qualche settimana le chiacchiere staranno a zero e gli agenti potranno esprimersi. Dobbiamo Fare Presto…. per mandarli a casa.
Dal 24 settembre al 7 ottobre finalmente questo sarà possibile votando per la lista Fare Presto!
“Già: un grande risultato, frutto dell’impegno della Fiarc e della lista Fare Presto. Ma – me lo lascino dire i colleghi – non ci sono più alibi per nessuno: il tempo delle lamentazioni è finito. Ognuno degli agenti ha in mano lo strumento per cambiare, ed è l’ultima occasione che ci viene data. Se non lo useremo o non ne faremo buon uso, sarà stata tutta colpa nostra”.
Foggia, 31 luglio 2020
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