Parla Lugi Lupi, storico dirigente della locale Fiarc e vicepresidente nazionale
“Anche nella mia Brescia sconvolta dal Covid l’Enasarco non è stato
all’altezza delle aspettative: gli agenti lasciati soli e senza alcun sostegno”
Come stanno gli agenti a Brescia?
Luigi Lupi, dirigente e “memoria storica” della Fiarc di Brescia, vicepresidente nazionale, racconta i difficili mesi vissuti dagli agenti di commerio in una delle zone più colpite dal Covid insieme a Bergamo e più in particolare tutta la regione Lombardia. “È stata ed è dura – spiega -, e mi voglio limitare all’aspetto economico, perché se dovessi parare dei tanti morti e delle tantissime tragedie umane che i bresciani hanno vissuto sarebbe dolorossimo: la ferite sono ancora tutte aperte”.
L’economia, allora.
“Solo ora vediamo qualche spiraglio e registriamo qualche timida inversione di tendenza, ma sono stati mesi difficilissimi: per tutta l’economia locale e quindi per tutti gli agenti. Se le fabbriche sono chiuse e lavorano a scartamento ridotto, se i negozi non aprono, se le pause pranzo nei bar non si fanno perché la gente è in smart working, tutto ciò si ripercuote inevitabilmente sugli agenti: provvigioni ridotte al lumicino e prospettive quanto meno incerte. Vedremo alla ripresa di settembre, ma certo non ne siamo ancora usciti”.
E la categoria come ha reagito?
“Io incontro tanti colleghi, sia come agente sia nel mio ruolo di dirigente Fiarc: tutti hanno voglia di farcela e scommettono sulla ripresa, ma si sarebbero aspettati qualche sostegno in più. Voglio essere chiaro: in questa vicenda l’Enasarco ha brillato per la sua assenza. A una catergoria stremata dalla crisi sono arrivate le briciole: 1000 euro per poche migliaia di agenti e poi questa farsa dell’anticipo del Firr. Semplicemente vergognoso”.
Ma perché puntare il dito solo sull’Enasarco? In fondo ci sono il governo e le amministazioni locali per interventi del genere…
“Ma certo, io non assolvo nessuno: anche da governo e regioni è venuto poco. Il bonus regionale lo hanno avuto soltanto i colleghi della Campania, dell’Abruzzo, quelli di Trento e Bolzano e ora anche della Liguria. Ma l’Enasarco è il ‘nostro’ ente e il suo immbolismo fa ancora più rabbia. È inaccettabile che la categoria sia stata lasciata sola; ed è ancora più inaccettabile che si sia pensato di prolungare la permanenza di una maggioranza ormai screditata proprio con la scusa del Covid, negando alla categoria la possibiltà di votare”.
Ma ora si vota.
“Sì, ora si vota. Ma si sono persi mesi preziosi, durante i quali un consiglio di amministrazione rinnovato e nel pieno di suoi poteri avrebbe potuto fare molto di più. E mentre si è negato ogni sotegno agli agenti, si sono trovati i soldi per fare un assurdo ricorso al Tar contro il governo. Neppure nell’immane tragedia che abbiamo vissuto l’Enasarco si è mostrato all’altezza dei suoi compiti e del suo ruolo”.
Ma davvero gli agenti avrebbero potuto aspettarsi qualsosa di diverso?
“Ha ragione: con questa maggioranza era un’illusione. Bisogna soltanto mandarli via con una valanga di voti e girare finalmente pagina. Dobbiamo Fare Presto…. e mandarli a casa.
Dal 24 settembre al 7 ottobre finalmente questo sarà possibile votando per la lista Fare Presto! “