8 Luglio 2020

DIEGO TERRENO: LA CONSAPEVOLEZZA CHE ENASARCO – SE BEN GESTITA – È UNA RICCHEZZA ED UNA OPPORTUNITA’ PER GLI AGENTI DI COMMERCIO E I CONSULENTI FINANZIARI

DIEGO TERRENO: LA CONSAPEVOLEZZA CHE ENASARCO – SE BEN GESTITA – È UNA RICCHEZZA ED UNA OPPORTUNITA’ PER GLI AGENTI DI COMMERCIO E I CONSULENTI FINANZIARI


Diego Terreno ha fatto l’agente per una vita. È in pensione da qualche tempo, ma non ha mai interrotto il suo impegno nella Fiarc per i diritti degli agenti. È stato per anni presidente di Fiarc Torino, carica lasciata in coincidenza del pensionamento, ed è ancora vicepresidente nazionale dell’associazione.
Ha vissuto in prima persona tutti i passaggi del rapporto fra Fiarc ed Enasarco, ne conosce storia e retroscena: dalla battaglia per il riconoscimento della Fiarc come componente del Cda, al commissariamento della Fondazione, all’attuale impegno – non solo elettorale – per fare finalmente dell’Enasarco una struttura “dalla parte degli agenti”. È dunque la persona giusta alla quale chiedere di fare il punto.
Mi pare che già da subito la Fiarc abbia messo il dito nelle tante piaghe della Fondazione.
“È così: la Fiarc è nata nel 1969 e tra i suoi scopi c’era anche quello di intervenire nella gestione Enasarco per raddrizzare alcune storture che noi vedevamo in quello che allora era un Ente pubblico. Non appena i nostri associati sono diventati abbastanza numerosi da poterci considerare ‘rappresentativi’, abbiamo chiesto di poter dire la nostra entrando nel Cda; la gestione dell’Enasarco era riservata, infatti, alle associazioni ‘più rappresentative’. Però non ci volevano.
E allora?
“Allora ricorremmo al tribunale. Si narra che qualcuno, all’interno del Cda di allora dicesse di noi: ‘Piuttosto di accettare loro, ce ne andiamo noi’. Ma è sicuramente una leggenda, tant’è vero che quando il tribunale riconobbe il nostro diritto di entrare nel Cda, non se ne andò nessuno”.
Evviva la coerenza. Comunque, che successe?
“Fiarc ebbe un posto nel Cda: uno solo, che ci avrebbe sempre costretti a essere minoranza; nel frattempo, ci furono ricorsi e opposizioni contro la decisione della magistratura, la quale, però, ad ogni ricorso e ad ogni opposizione continuava a riconoscere il nostro diritto. Ad un certo punto non ci furono più possibilità di fare opposizioni, la sentenza divenne definitiva e la posizione della Fiarc assolutamente inoppugnabile e inattaccabile. Era il 2003!”.
Che situazione c’era nell’Enasarco?
“Da quando la Fiarc è entrata nel Cda, non ha mai smesso di dire la sua in merito alle decisioni da prendere per la gestione dell’Enasarco (che nel frattempo si era trasformato da Ente pubblico in Fondazione di diritto privato, qual è tutt’ora), e spesso ci siamo scontrati con altri votando contro le delibere sulle quali avevamo dei dubbi (per non dire altro). Non abbiamo mai mollato e siamo stati ben contenti quando il Ministero del Lavoro (che è controllore dell’Enasarco) ha deciso di vederci chiaro, commissariando l’Enasarco nel 2006.
Di ciò alla Fiarc viene fatta una colpa.
“E invece noi l’abbiamo sempre considerato un merito, perché avremmo potuto finalmente chiarire tanti fatti, avvenimenti e posizioni che proprio non ci convincevano. E, non ultimo, contavamo di riuscire a ottenere che fossero gli agenti stessi a scegliere, con libere elezioni, chi avrebbe governato l’Enasarco. Infatti il Commissario impose la nomina del Cda per mezzo di elezioni e nominò un Cda finalizzato alla preparazione di tali elezioni”.
E finalmente le elezioni si tengono nel 2016.
“Noi, in Fiarc, abbiamo voluto pensare che la lezione fosse servita e che con le elezioni si potesse realizzare il grande cambiamento che era necessario, insieme a coloro che avevano sempre governato l’Enasarco. Siamo stati indubbiamente troppo ottimisti. Ci siamo resi conto che la volontà di cambiare realmente le cose, all’interno della coalizione elettorale che si era costituita fra le principali associazioni degli agenti, l’avevamo quasi soltanto noi. Sembrava di rivivere il film sul Gattopardo: ‘Cambiamo tutto per non cambiare niente’. Ci siamo, così, trovati ad essere spesso in disaccordo con la maggioranza. E spesso abbiamo dovuto votare dei no a proposte che proprio non ci piacevano e, addirittura, a interi bilanci consuntivi e preventivi che ci apparivano quantomeno ‘strani’ rispetto ai propositi di rinnovamento enunciati al momento delle elezioni”.
E arriviamo all’oggi.
“Via via che questa consigliatura andava avanti, abbiamo scoperto di trovarci molto più d’accordo con colleghi che non facevano parte della coalizione (eravamo insieme anche ad Anasf) con la quale ci eravamo presentati alle elezioni: alcuni con cui non avremmo mai pensato di potere essere d’accordo e altri che, come noi, dopo essere stati alleati con la maggioranza, erano poi rimasti fortemente delusi. Sto parlando di Federagenti e di Anasf. Così, al momento di organizzare le nuove elezioni è venuto quasi naturale creare un’alleanza con coloro con cui eravamo d’accordo e non con coloro da cui eravamo stati così delusi. Fiarc, Federagenti, Anasf volevamo tutti quanti risolvere una volta per tutte i problemi dell’Enasarco, soprattutto nel senso di agire a favore degli agenti di commercio. Considerando che i tempi per cambiare le sorti dell’Enasarco sono stretti, abbiamo deciso di chiamare l’alleanza ‘Fare Presto!’. Ma siccome ‘presto’ non basta, abbiamo precisato ‘e fare bene’. Voglio ricordare che nella battaglia di rinnovamento che abbiamo condotto in questi anni è stata al nostro fianco anche la Confesercenti, nel Cda per le preponenti, il cui rappresentante dott. Triolo è un esperto di gestione amministrativo-finanziaria”.
Qual è il senso della coalizione fra Fiarc, Federagenti e Anasf?
“La consapevolezza che l’Enasarco – se ben gestita – è una ricchezza ed un’opportunità per gli agenti di commercio, come dimostra anche il fatto che i colleghi degli altri Paesi ce la invidiano fortemente. Il fatto che oggi l’immagine della Fondazione sia così screditata non significa che essa – in condizioni diverse – non possa diventare un elemento di sostegno alla crescita della categoria. La figura dell’agente di commercio sta cambiando: non da oggi la Fiarc ha svolto analisi ed elaborato scenari che sono a disposizione di tutti. E in questa prospettiva il ruolo di un’Enasarco efficiente e rinnovata è sempre considerato imprescindibile”.
Intervista a cura di Giovanni Fariello