29 Dicembre 2020

ENASARCO/ELEZIONE CDA; “FARE PRESTO!” E “ARTENASARCO”: DA COMMISSIONE ELETTORALE UN ESITO SCONCERTANTE, RICORREREMO IN OGNI SEDE

ENASARCO/ELEZIONE CDA; “FARE PRESTO!” E “ARTENASARCO”: DA COMMISSIONE ELETTORALE UN ESITO SCONCERTANTE, RICORREREMO IN OGNI SEDE


“Un vero e proprio colpo di mano, che non mancherà di creare strascichi anche a livello giudiziale”. Con una decisione sorprendente, ieri pomeriggio la commissione elettorale Enasarco ha deciso di rendere invalido uno dei voti espressi lo scorso 23 dicembre da uno dei delegati eletti in quota “Fare Presto” e “Arténasarco” col risultato di dare la maggioranza al gruppo che da sempre guida l’Ente, sostenuto da Confcommercio, Confindustria, Confcooperative, Cgil, Cisl, Uil, Fnaarc e Usarci, “a scapito di chi aveva ottenuto la maggioranza nelle votazioni dello scorso ottobre, a cui avevano preso parte oltre 30.000 agenti e consulenti e più di 2.500 aziende mandanti”.
Questo quanto si legge in una nota congiunta della coalizione composta da “Fare Presto” e “Arténasarco”, a cui oggi fanno riferimento le associazioni Confesercenti e Confartigianato, Anasf, Assopam, Fiarc e Federagenti.
Ma andiamo con ordine. In realtà l’Assemblea per l’elezione del CdA, destinato al governo di Enasarco per i prossimi quattro anni, aveva decretato (attraverso il voto di tutti e 60 i delegati eletti) una situazione di stallo: la coalizione Fare Presto e Arténasarco aveva eletto cinque consiglieri lato Agenti e un consigliere lato Case Mandanti; si trattava dello stesso risultato prodotto dall’unione di tutte le altre sigle: sei a sei.
Non solo, tre seggi lato Mandanti non erano stati assegnati avendo, le quattro liste presenti, ottenuto tutte lo stesso quoziente di voti e non essendoci, nel regolamento elettorale della Fondazione, alcuna soluzione prevista in un caso del genere.
Un esito singolare, generatosi dall’inaspettato “abbaglio” di alcuni delegati dell’altro schieramento che anziché votare per la propria lista avevano votato per una lista “cugina”.
Pur di non prendere atto della sconfitta, forse per alcuni era meglio buttare tutto a carte e quarant’otto, in totale spregio del futuro previdenziale dei circa 220.000 tra agenti di commercio e consulenti finanziari iscritti all’ente.
Il risultato della riunione avrebbe reso opportuno l’intervento dei Ministeri vigilanti (Lavoro e Finanze) per l’assegnazione dei tre seggi vacanti. Ma, come detto in premessa, la commissione elettorale Enasarco, i cui componenti in maggioranza fanno capo alle associazioni che da sempre guidano l’Ente, ha deciso diversamente. Ha stabilito infatti – con una decisione controversa e non a caso presa a maggioranza – di non considerare il voto di un delegato che, nonostante fosse presente alla riunione online, non era riuscito – e solo per qualche minuto – a esprimere la propria preferenza per evidenti problemi tecnici nel collegamento a distanza. Delegato che, successivamente, aveva superato i problemi tecnici e il cui voto era stato considerato come valido sia dal presidente della riunione che dal notaio, appositamente designato.
“La coalizione “Fare Presto” e “Arténasarco” ha ottenuto la maggioranza dei voti totali espressi dagli iscritti: siamo, quindi, espressione della maggioranza sia lato Mandanti – dove Confesercenti e Confartigianato hanno ottenuto il 51% dei voti complessivi espressi nelle elezioni del 24 settembre-7 ottobre – che lato Agenti, dove la nostra coalizione è risultata la più votata in Assemblea. Noi, preso atto della situazione di stallo che si era generata, avremmo cercato, con responsabilità, un confronto con le altre componenti presenti in Enasarco: questo per esclusivo interesse dell’Ente, per evitare il depauperamento del suo patrimonio e superare un meccanismo elettorale imperfetto, che avrebbe determinato una situazione di incertezza. Adesso, dopo quanto accaduto, – prosegue la nota della coalizione – anticipiamo la nostra intenzione a ricorrere in ogni sede avverso la sconcertante decisione della Commissione elettorale e per chiederne conto a chi ha voluto assumersene la responsabilità. Perché in un sistema democratico non può essere sovvertito con giochetti che si commentano da soli e perché l’esito finale di una votazione, a cui partecipano centinaia di migliaia di elettori, non può essere ignorato per il vezzo di qualche burocrate”.