25 Gennaio 2021

Intervista ad Antonino Marcianò, Presidente della Fiarc e componente del Cda della Fondazione Enasarco

Intervista ad Antonino Marcianò, Presidente della Fiarc e componente del Cda della Fondazione Enasarco
“Enasarco ancora in stallo. E gli agenti continuano a essere senza sostegni”
Enasarco, senza pace: con Antonino Marcianò, presidente della Fiarc e componente del nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione, facciamo il punto sulle ultime vicende.
Presidente Marcianò, a che punto siamo?
“Allo stallo completo: prima delle elezioni c’era un Cda in ‘prorogatio’ che ha assunto decisioni che non poteva assumere; dopo le elezioni c’è un Cda che ha assunto decisioni – come l’elezione del presidente – su cui si dovrà pronunciare la magistratura. E intanto gli agenti di commercio aspettano sostegni che non sono mai arrivati, compreso l’anticipo del Firr”.
Facciamo un passo indietro per capire meglio.
“Sì, è opportuno perché tutto nasce dalla decisione dissennata di rinviare le elezioni: si dovevano tenere ad aprile e si sono tenute a settembre. Ovviamente, la motivazione del rinvio era del tutto infondata: che cosa c’entrava il Covid, dal momento che erano elezioni online? Comunque sia, ciò ha comportato che il vecchio Cda sia stato prorogato sino all’elezione del nuovo, avvenuta qualche settimana fa”.
E questo che cosa significa?
“Significa che quel Cda poteva svolgere soltanto atti di ordinaria amministrazione e non quelli straordinari, come il tanto sbandierato anticipo del Firr per gli agenti. Un impedimento che, come Fiarc e come lista Fare Presto, avevamo da subito sottolineato. Ma c’è anche un problema ed è che la passata gestione di Enasarco, di cui certo l’attuale presidenza ‘sub iudice’ non rappresenta la discontinuità, ha investito tutto nel lungo termine, senza diversificare tra previdenza e FIRR, per cui oggi disinvestire il patrimonio potrebbe risultare un’operazione pericolosa per l’equilibrio economico dell’Ente. Con il primo risultato che lo stesso pagamento delle pensioni potrebbe essere messo in grossa difficoltà.”
E che ora ha trovato conferma autorevole, a quanto pare.
“È così: il ministero del Lavoro (al quale insieme al Mef è affidata la vigilanza sull’Enasarco) ha bloccato la procedura dell’anticipo Firr, sostenendo che il vecchio Cda non aveva i poteri per assumere una decisione del genere. E dunque: chi è davvero dalla parte degli agenti? Noi che votammo contro il provvedimento o chi lo assunse per evidenti scopi elettorali? Per di più annunciando un anticipo del 30% quando, in realtà, sarebbe stato comunque del 10%. Questo sul piano puramente formale. Se poi entriamo nel merito, il sapore bassamente elettoralistico della decisione è ancora più evidente: quand’anche fossero stati concessi, sarebbero stati quattro soldi, a fronte della più grave crisi dal dopoguerra, che sta mettendo in ginocchio gli agenti di commercio”.
Poi finalmente le elezioni e il nuovo Cda. Che cosa c’è che non va?
“Non va il fatto che l’elezione e la composizione di questo Cda sono inficiate dal mancato riconoscimento del voto espresso da un delegato della lista Fare Presto, maggioritaria nell’assemblea dei delegati: solo così si è potuto arrivare all’elezione dell’attuale presidente e dei due vicepresidenti. Elezione che noi fermamente contestiamo e rispetto alla quale Fiarc ha presentato ricorso alla magistratura”.
Qual è la tesi della Fiarc?
“Se il nuovo Cda nasce in modo illegittimo, sono illegittime anche tutte le decisioni da esso assunte, compresa l’elezione dei nuovi vertici. Aspettiamo la decisione dei giudici, che dovrebbe giungere in questi giorni”.
Presidente Marcianò, qualcuno potrebbe sostenere però che ormai le elezioni sono passate e bisognerebbe lasciare lavorare la Fondazione per il bene degli agenti.
“Se fosse così sarei d’accordo: il bene della categoria viene prima di ogni disputa di sigla. Ma non è così: ne sono sicuro. Lo sa perché? Perché la ‘nuova’ dirigenza è esattamente la vecchia. Le stesse sigle e, in gran parte, addirittura le stesse persone, che hanno portato l’Enasarco nella situazione drammatica in cui si trova. Vedo che il nuovo presidente si è lanciato in un’intensa ‘attività epistolare’ nei confronti della categoria, invocando impegno, efficienza e trasparenza. Pare che sia arrivato lì da qualche giorno, mentre frequenta quelle stanze da circa 14 anni”.
E torniamo al paradosso iniziale: prima un Cda con poteri limitati e ora uno sul quale si allungano le ombre dell’illegittimità.
“Già. Dal rinvio delle elezioni fino alla vicenda di questi giorni, non all’efficienza si è badato, ma a puri calcoli di potere sulla pelle degli agenti. Quanto alla trasparenza, abbiamo proposto una ‘due diligence’ sui conti e sulla gestione degli ultimi anni. Proposta rifiutata, ovviamente”.
Ovviamente?
“Certo, ci saremmo sorpresi del contrario: all’Enasarco aprire gli armadi e fare entrare aria pulita nelle stanze sono pratiche poco usuali e che soprattutto suscitano comprensibile preoccupazione. Capito qual è la situazione? E poi cattivi che non vogliono dare il Firr agli agenti saremmo noi”.

Intervista a cura di Giovanni Fariello