29 Maggio 2021

INTERVISTA AL PRESIDENTE NAZIONALE DELLA FIARC ANTONINO MARCIANÒ

INTERVISTA AL PRESIDENTE NAZIONALE DELLA FIARC ANTONINO MARCIANÒ

“Le regole? All’Enasarco sono un optional. Disattese anche le Ordinanze dei Giudici”
Nonostante il Provvedimento del Tribunale di Roma del 22.04.2021 e le comunicazioni dei Ministeri Vigilanti, il presidente e la maggioranza del Consiglio di amministrazione della Fondazione si riuniscono e adottano delibere completamente illegittime ignorando e disattendendo volutamente quanto disposto dalla Magistratura e comunicato dai Ministeri.
Il tutto con possibili risvolti sia sotto il profilo di un danno erariale che sotto il profilo di una responsabilità penale per aver disatteso quanto stabilito dalla Magistratura.
Ciò avviene sulla pelle degli agenti di commercio in vana attesa da oltre un anno di veri sostegni. Nino Marcianò, Presidente della Fiarc-Confesercenti, commenta l’ultima (per ora) puntata della farsa che coinvolge l’ente previdenziale: “Non potevano convocare il Cda e l’hanno fatto, non potevano decidere e hanno deciso, oltretutto male”
Presidente Marcianò, nell’ultimo comunicato della coalizione Fare Presto! sull’Enasarco si usano parole forti, come ‘dramma’: cos’altro è successo?
“È successo che il presidente Marzolla ha convocato una riunione del Consiglio di amministrazione, che si è tenuta nei giorni scorsi. Ciò in totale spregio del provvedimento emesso dal Tribunale di Roma il 22 aprile scorso con il quale è stata sospesa l’efficacia della decisione della Commissione Elettorale che aveva determinato la composizione dell’attuale Cda. Come abbiamo spiegato più volte, è in discussione la legittimità dell’attuale Cda, del presidente e di tutte le decisioni prese dal momento del loro insediamento: siamo di fronte, cioè, a organi illegittimamente costituiti con conseguente illegittimità delle loro deliberazioni. Alla luce di questa delicata situazione, anche i ministeri vigilanti avevano invitato la Fondazione al rispetto di quanto stabilito dal Tribunale e, in ogni caso, a rinviare la riunione. Il rispetto del Provvedimento del Tribunale avrebbe dovuto condurre il Presidente e l’attuale C.d.A. ad un adempimento spontaneo di quanto stabilito e, comunque, sarebbe stato necessario un atteggiamento improntato alla cautela, come richiesto dai Ministeri. Non è inutile ricordare inoltre come, nonostante il Provvedimento del Tribunale di Roma debba essere immediatamente applicato, anche la successiva richiesta di sospenderne l’efficacia esecutiva sia stata respinta da parte della Magistratura. Nonostante ciò, la riunione del C.D.A si è tenuta ugualmente”.
Sta dicendo che la maggioranza dei consiglieri della Fondazione non tiene conto delle indicazioni e delle disposizioni di governo e magistratura?
“Purtroppo, è così. Lorsignori vanno avanti come se per loro le regole non valessero e votano delibere che implicano notevoli impegni di spesa. Potrebbero doverne rispondere”.
Cioè?
“Non è escluso che le conseguenze economiche di queste decisioni configurino un danno erariale, senza contare i possibili risvolti penali per i comportamenti tenuti dai consiglieri di maggioranza, oltre che dal presidente. Vigileremo attentamente e prenderemo le decisioni più opportune nell’interesse esclusivo degli iscritti”.
Ma le decisioni assunte sono almeno utili agli agenti di commercio?
“Qui c’è l’altro problema: non solo decidono non potendo decidere, ma decidono anche male. I provvedimenti assunti, che – molto probabilmente – saranno incensati in una prossima lettera del presidente-scrivano, rappresentano l’ennesima presa in giro di una categoria che da oltre un anno sta aspettando veri sostegni da parte del proprio Ente previdenziale”.
Che cosa c’è che non va?
“In sostanza, vengono riproposte le tradizionali prestazioni assistenziali, integrate da un non meglio precisato ‘progetto salute donna’. Il fatto che nel frattempo si sia scatenato il cataclisma Covid, per costoro sembra assolutamente irrilevante. È previsto uno stanziamento per i colleghi deceduti o colpiti dalla malattia. Ma per l’agente-impresa, messo in ginocchio dagli effetti economici della pandemia, non è previsto nulla. Eppure, negli ultimi due anni sono oltre 19.000 i colleghi non più iscritti all’Enasarco. Ancora una volta, dobbiamo constatare la totale sottovalutazione della necessità di sostenere le imprese, che rischiano di essere travolte dalla crisi. Siamo alle solite: mance e mancette per tentare di nascondere la totale assenza di prospettive; mero (e comunque insufficiente) assistenzialismo rivolto alla singola persona e non all’impresa. E anche sulle mance ci sarebbe da ridire (e da ridere, se non fosse in gioco il futuro di tanti colleghi): ha notato che il tanto sbandierato anticipo Firr, argomento forte della campagna elettorale di questi signori, è sparito dai radar? Evidentemente, brucia ancora l’irrimediabile non approvazione del progetto da parte dei ministeri vigilanti: una brutta figura che vorrebbero far dimenticare in fretta”.
E ora che succede?
“Nonostante il provvedimento del Tribunale di Roma del 22.04.2021 richieda un’immediata applicazione da parte di tutti, nessuno escluso, l’atteggiamento che prevale è quello di attendere, senza alcun valido e legittimo motivo, l’esito delle successive udienze della Magistratura. Nella prossima udienza dell’8 giugno si discuterà sulle modalità di attuazione dell’Ordinanza del 22.04.2021, atteso che né il presidente e né la Commissione Elettorale hanno deciso di adempiere spontaneamente alla stessa. L’Enasarco deve recuperare credibilità, senza giochi di potere ed arbitrarietà, e con trasparenza avviare ogni azione utile alla sua sostenibilità a tutela dei pensionati e delle decine di migliaia di agenti iscritti. Da parte nostra, continueremo la battaglia intrapresa nel nome della trasparenza e dei veri interessi della categoria”.
Roma, 29 maggio 2021