4 Marzo 2020

Parla Leonardo Fabbri, candidato e presidente della Fiarc regionale dell’Emilia Romagna e vicepresidente nazionale.

Dopo l’intervista a Gisella Facta, capolista di Fare Presto! (la coalizione formata da Fiarc, Federagenti e Anasf), continuiamo la serie di interviste (a cura di Giovanni Fariello Ufficio stampa della Fiarc) agli agenti di commercio in vista delle elezioni Enasarco che si terranno dal 17 al 30 aprile prossimi.
Questa volta parla Leonardo Fabbri, candidato e presidente della Fiarc regionale dell’Emilia Romagna e vicepresidente nazionale.
“Faccio l’agente dal 1984 – esordisce – e sono ‘figlio d’arte: mio padre faceva questo lavoro quando ancora gli ordini all’azienda si spedivano con lettera (ci pensava mia madre, mentre andava a fare la spesa) e gli appuntamenti si prendevano col telefono fisso, prima di uscire di casa per il consueto giro dei clienti. Durante molti anni, per me l’Enasarco era semplicemente una voce da esporre nelle fatture provvigionali con il segno meno davanti. Nel 2000, alla nascita del mio primo figlio, fu mio padre a farmi notare che l’Enasarco prevedeva per gli agenti l’assegno di nascita: 500mila lire, allora”.
E da lì comincia la voglia di approfondire…
“Sì, anche perché gradualmente mi avvicino alla Fiarc, comincio a fare attività associativa e quella dell’Enasarco mi appare subito come una delle problematiche fondamentali per noi agenti. Ho voluto brevemente accennare alla mia storia, perché è quella di tanti colleghi. Purtroppo, sono in molti quelli che continuano a considerare l’Enasarco esclusivamente come una voce da esporre in fattura: voce sempre più pesante, che genera malcontento e lamentele. Ma, appunto, spesso non si va oltre le lamentele”.
E invece?
“E invece bisogna informarsi e impegnarsi per cambiare le cose. Vedo ancora troppi colleghi disinformati o, peggio, rassegnati: il che è comprensibile dopo ciò che è successo negli ultimi anni alla Fondazione. Ma è un atteggiamento poco utile per la categoria. Anzi, più gli agenti sono informati, minore è lo spazio per chi fa di tutto perché all’Enasarco nulla cambi”.
Come ha vissuto le vicende che hanno coinvolto l’Enasarco?
“Beh, con amarezza e rabbia. Lì c’è una parte del futuro mio e di tanti colleghi. Fra commissariamenti, gestioni opache, finanza allegra, in questi anni abbiamo dovuto vedere e sopportare di tutto. Ma proprio per questo c’è bisogno di una svolta radicale. Chi finora ha governato l’Enasarco si è dimostrato drammaticamente miope e insufficiente, per non dire altro. È ora che gli agenti si riprendano l’Enasarco e lo sottraggano ai giochi di potere che lo hanno così tanto danneggiato.
Fare presto, la lista che Fiarc ha costituito insieme a Federagenti e ad Anasf, ho proprio questo obiettivo”.
Che cosa vuole dire ai colleghi, in proposito?
“Quando incontro un collega o magari vado a pranzo con lui, gli dico semplicemente: guarda chi ha governato finora l’Enasarco e guarda in quali condizioni è stato ridotto; ricorda chi ha sempre alzato la mano per votare bilanci fallimentari. Sei soddisfatto della situazione? Te la senti di affidare di nuovo agli stessi il tuo futuro previdenziale? Questa volta il modo di cambiare c’è: Fare presto vuole un taglio netto con il passato e intende aprire una nuova stagione di cambiamento e di riforme.
Le prossime elezioni sono un’occasione da non perdere, in cui ciascun agente può fare qualcosa di importante per sé e per la categoria.
Dal 17 al 30 aprile votiamo e facciamo votare la lista Fare Presto!