“Al via il bando per il bonus Enasarco” così titola un breve articolo il Sole 24 Ore di oggi.
Peccato che, a verifica immediata per capirne nel dettaglio i contenuti, sulla homepage del sito di Enasarco ho trovato solo le stesse notizie dell’articolo.
Così si va avanti da oltre un mese. Mentre l’emergenza sanitaria continua e le imprese, ferme da tempo, sono in carenza di liquidità. L’Enasarco, con questa maggioranza che lo governa, non ha saputo o trovato tempo per affrontare veramente i termini dell’intervento di sostegno agli agenti e ai consulenti.
Ciò che alla fine ne è uscito è un intervento che darà poco a pochi secondo la vecchia regola degli interventi per calamità.
In tutto 8,4 milioni di dotazione per un contributo medio di circa 1000,00 euro che, con un semplice conto, potrà soddisfare non più di 8000 domande a fronte di una platea potenziale di richiedenti di circa 40000 persone fisiche secondo i criteri previsti dal regolamento del sostegno. Poi ci sono gli altri: i rimanenti 180000 agenti che nemmeno potranno fare la domanda.
La sostenibilità futura di Enasarco è garantita dalle imprese. Oggi, per evitare che tutto quanto sta accadendo rischi di ridurne il numero, l’Ente dovrebbe intervenire economicamente in maniera decisiva a sostegno dei suoi contribuenti.
Non è più il tempio dei vecchi metodi.
Oggi è il tempo in cui l’indebitamento programmato rappresenta il vòlano del futuro.
Enasarco deve agire, con una rapida e attenta valutazione, attraverso la riserva finanziaria rappresentata dal saldo del Fondo di Assistenza. Per ricostituire liquidità nel breve. Per sostenere concretamente la ripresa.
Il saldo del Fondo Assistenza nel bilancio 2018 è stato di 114 milioni, tutti destinati alla riserva e quindi a garanzia delle prestazioni future. Ma non c’è garanzia che tenga se la curva delle entrate per contributi versati risulta inferiore a quella delle uscite per prestazioni previdenziali nel Fondo Previdenza.
E così potrebbe essere se lo stock dei contribuenti diminuisse drasticamente come conseguenza della cessazione di un numero importante di imprese.
In questo momento emerge la differenza di chi fa pura routine e di chi sa pilotare la nave.
Oggi è il tempo di Palinuro e non dei marinai da diporto.
Occorrono due fasi. Una adesso e una subito dopo la fine dell’emergenza.
Con una dotazione finanziaria limitata a 8/10 milioni Enasarco potrebbe costruire un fondo di garanzia per far accedere gli agenti a piccoli prestiti restituibili in 36/60 mesi a partire dal 1 °Gennaio 2021. Usare con intelligenza la leva del Firr per dare subito liquidità alle imprese.
Urge poi un piano di sostegno alla ripresa, attingendo pesantemente al saldo del Fondo Assistenza mettendo in pista una dotazione da stimare (50/70 milioni?) che finanzi progetti commerciali condivisi tra imprese mandanti e agenti.
La ripresa è uno spartiacque tra il passato e il futuro anche nella ridefinizione del processo economico e commerciale tra imprese mandanti e imprese agenti.
Una ragione in più per votare e fare presto.
Sauro Spignoli
Coordinatore Fiarc Firenze