Considerazioni di un agente in attività delegato dell’Assemblea dei Delegati della Fondazione Enasarco
di Osvaldo Trancalini
Io sono io e voi non siete un ……….!!!!!!!!!!
Disse Il marchese del Grillo nell’indimenticabile interpretazione di Alberto Sordi …ma che la sua controfigura arrivasse all‘Enasarco proprio non ce lo aspettavamo.
Tra silenzi e dimenticanze il Presidente Costa, l’uomo solo al comando, ormai non informa più di importanti accadimenti l’Assemblea dei Delegati, il massimo organo dei rappresentati e democraticamente eletto direttamente dagli iscritti alla Fondazione.
Con tutto ciò che succede all’Enasarco in questi ultimi drammatici mesi per il Paese e per tutti noi agenti, quella che sto per raccontare può sembrare una vicenda minore.
Invece è gravissima, perché dimostra il livello di scarsa considerazione di noi (delegati) al quale sono arrivati gli attuali vertici della nostra Fondazione.
Dunque, il 30 giugno scorso viene convocata l’assemblea dei delegati, alla quale partecipo con gli altri miei colleghi.
Il nostro presidente Costa di tutto parla tranne che dell’unica cosa veramente importante e cioè che alcuni giorni prima il Ministero del Lavoro aveva scritto una (non la prima e non sarà neanche l’ultima) nota importante alla Fondazione nella quale venivano sollevati rilievi importanti tanto è che lo stesso Presidente aveva ritenuto necessario impugnarla davanti al TAR.
Addirittura, il giorno prima – 29 giugno -, il Tar aveva rigettato la richiesta di sospensiva dell’ultima nota e delle precedenti note adottate dai ministeri vigilanti che imponevano alla Fondazione di dare immediato corso alle operazioni elettorali per il rinnovo dell’assemblea stessa e ricordavano che attualmente si era in regime di prorogatio degli organi con conseguente impossibilità degli stessi di adottare atti di straordinaria amministrazione.
Oltre a non dire nulla all’Assemblea dei Delegati, risulta che neppure il Cda sia stato informato di questi importanti passaggi se non a cose fatte e dopo non meno di 15 giorni.
A questo punto mi sorgono spontanee un paio di domande che formulo da agente prima ancora che da membro
dell’assemblea:
Qual è la considerazione che gli attuali vertici della Fondazione hanno della nostra categoria?
Come è possibile che non siano stati informati di queste importanti vicende i rappresentanti degli agenti stessi?
Ovviamente, sono domande retoriche. Da chi ha ridotto l’Enasarco in queste condizioni e si ritiene completamente libero dal non dover comunicare nulla a nessuno non mi aspetto nulla.
In fondo chi sono io? Soltanto un agente eletto da altri agenti per occuparmi degli interessi della categoria. Cioè nessuno, agli occhi di chi ha sempre considerato l’Enasarco un proprio “dominio riservato”. Insomma: “Io sono io e voi non siete un ……..”, per dirla come il marchese del Grillo. Qualche ulteriore domanda non retorica voglio invece rivolgerla ai miei colleghi agenti che nell’assemblea rappresentano l’attuale maggioranza.
Fino a quando sarete disposti a sopportare che il nostro ente sia gestito in questo modo, nella mancanza di rispetto delle regole e contro gli interessi della categoria?
Come riuscite a spiegare ai colleghi che incontrate sul lavoro questa totale acquiescenza a un sistema che non gode più di alcuna credibilità?
A quando una Vostra reazione, per voi stessi e per la categoria che siete chiamati a rappresentare?
Roma, 14 luglio 2020